domenica 30 settembre 2012

Cosa significa "BAILAR EN CLAVE"?...


"Ballare in clave" è uno dei tanti modi di dire che hanno preso piede nell'ambiente salsero. Bisogna però stare molti attenti nel dare il giusto significato a questo termine perché di fatto è un concetto molto personale e non una regola che è stata messa per iscritto su un pezzo di carta da qualche autorità nel campo musicale.

Anche io in passato ho usato con una certa disinvoltura questo termine, ma essendo una persona che ama andare a fondo delle cose, col passare del tempo ho preso un po' le distanze da questo termine che rischia di generare ancora più confusione di quanto oggi non ce ne sia.
Infatti non ho mai conosciuto un ballerino che ammettesse "Io ballo fuori clave!".
Di fatto se balli sull'uno sei simmetrico sui tempi 1-6-7  sulla clave 3/2,
Se balli sul due sei simmetrico sui tempi 2-3-8 sulla clave 2/3,
Quindi tre tempi nel primo caso, tre tempi nel secondo. 

Bisognerebbe semmai far notare che a Puerto Rico si usa molto l'espressione "Tu no estas en nada" quando fai qualcosa di veramente sbagliato. Quindi in questo caso "bailar en clave" diventa un sinonimo di "stare in clave", o meglio dentro il ritmo della canzone e non ballare "a lo loco" o alla "come viene viene"

Per molti portoricani ballare in clave vuol dire, di conseguenza, entrare direttamente in levare, ovvero sul doppio colpo simmetrico della clave (ovvero la duina), che nella clave 3/2 cade sul sesto tempo e nella clave 2/3 sul secondo tempo della musica.
Per capire meglio il concetto bisogna tenere presente che i portoricani, a differenza di noi occidentali, non sono  abituati a contare la musica. Per loro la cosa importante é ballare sul ritmo a prescindere dai numeri musicali. Di conseguenza per molti di essi non fa nessuna differenza ritrovarsi a ballare sul secondo o sul sesto tempo musicale.
Facendo lezione con Felipe Polanco, uno dei maggiori sostenitori del ballo in clave, ho potuto infatti constatare come lui ballasse sempre seguendo la clave eseguita nel pezzo musicale. Quando era suonata la clave 3/2 lui entrava direttamente in avanti con il piede sinistro sul sesto tempo musicale. Quando ad essere suonata era invece la clave 2/3 lui entrava, sempre col piede sinistro in avanti, questa volta sul secondo tempo musicale. Quando nel corso del pezzo cambiava la clave, lui eseguiva quella che tecnicamente si definisce transicion (ovvero un  calcetto o una ripetizione dello stesso passo), con la quale si può passare dal secondo al sesto tempo musicale o viceversa. Quando la clave era sottintesa Felipe entrava spontaneamente sul secondo tempo musicale, perché gli diventava più naturale cantarsi la clave 2/3.

A questo punto già mi immagino qualcuno che con fare molto preoccupato si domanderà: “Ma allora chi balla a tempo balla fuori clave?”.
 in realtà la risposta é semplice e ce la dà direttamente la studiosa Graciela Chao Carbonero: “Chi balla a tempo balla sulla melodia e non sulla ritmica!”, attitudine quindi niente affatto sbagliata e assolutamente non da biasimare.
Altri insegnanti  asseriscono che per ballare a tempo bisogna  avere come riferimento la clave 3/2, che ha il suo primo battito appunto nel primo tempo musicale. Una teoria cche non osiamo contraddire, anche se ci chiediamo  se chi balla a tempo abbia per davvero come principale riferimento la clave e non piuttosto, come d’altra parte sembrerebbe più naturale, la melodia...

In realtà c'è sicuramente differenza tra:
1) ballare contando la musica
2) ballare seguendo la melodia
3) ballare seguendo il tumbao della conga
4) ballare seguendo la clave
5) ballare seguendo altri strumenti particolari

Se io conto la musica non sto ballando in clave. Non perché sia fuori clave ma perchè prendo come riferimento o la melodia o il conteggio metronomico e non il pattern ritmico di uno strumento in particolare. Se ballo sulla conga avrò come riferimento il tumbao della conga. Se ballo sulla clave avrò come riferimento il pattern ritmico della clave e anche laddove non sarà suonata dall'orchestra io continuerò a cantarmela mentalmente. 

Gli accenti sono talmente importanti che ad esempio c'è differenza tra il contratiempo (o baile a tiempo di son) che ballano i cubani ed il bailar en clave dei portoricani.
Il cubano infatti accentua il passo d'entrata che avviene o sul quarto tempo o sull'ottavo tempo.
I portoricani accentuano invece il due e il tre, oppure il sei e il sette in base alla clave che l'orchestra sta suonando.
Questo accentuare la musica in maniera diversa (e chi ha padronanza di queste due tecniche conosce e capisce bene la differenza) farà che lo swing dei due basici sarà diverso...

E' doveroso sottolineare come in Italia qualcuno  sostenga che ballare in clave vuol dire marcare con i piedi i tempi della clave.
Questo può forse accadere nell'esecuzione dei pasitos ma non avviene  certamente nel ballo di coppia. Infatti, fin dai tempi del danzon, il passo base è sempre stato composto da sei figure musicali perfettamente uguali precedute o seguite da una pausa (della stessa durata).
Ovvero: Pausa-2-3-4 /Pausa-6-7-8 (en contratiempo) oppure 1-2-3 -Pausa/ 5-6-7-Pausa (a tiempo)

Tutto il resto sono semmai delle varianti ritmiche su un canovaccio consolidatosi nei secoli.

Articolo scritto da Enzo Conte

mercoledì 26 settembre 2012

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